Persone, curiosità, riflessioni

Il bello è di tutti: rivoltare il museo e svuotarlo nella città.

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L’Arte secondo Luigi Impieri dovrebbe essere una compensazione dai mali, un alleggerimento attraverso il piacere di osservare la bellezza per alimentare il senso dell’armonia. Tramite l’elemento magico nuovo l’artista arriva al cuore e alla mente dell’osservatore togliendo elementi di interferenza, evitando di riempire troppo e lasciando sempre uno spazio interpretativo.

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Credo che se si vuole riflettere sul senso della realtà non serva imitarla. Non è con il coinvolgimento che si riesce ad essere lucidi e imparziali, temo che esso produca sul nostro giudizio un effetto narcotizzante teso a imprigionare, più che a liberare, il pensiero critico.

Si deve essere colti per apprezzare l’arte?

Tutti coloro che ne hanno i mezzi dovrebbero permettere alle persone di diventare sensibili all’arte. Siano esse poco avvezze alla fruizione del bello per condizione d’origine, abitudini o inciviltà oppure per sfortuna, ignoranza o pregiudizio, penso ai ragazzi che vivono ai margini e ai disabili mentali oppure a chi non ha mai avuto l’opportunità di assistere ad un concerto o a una mostra d’arte. E’ necessario portare l’arte alle persone ancor prima che comincino ad interessarsene. Chi è sensibile si deve prestare per trovare delle soluzioni affinché il divario fra l’ignoranza e la cultura si possa colmare. La ricerca della bellezza è qualcosa per cui vale la pena lottare, non è superflua ma essenziale per suscitare un senso di appartenenza alla propria città, un’esaltazione dei significati del passato, allo scopo di ricavarne una spinta positiva per il domani.

http://www.luigiimpieriartpages.net

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Cosa si può fare concretamente?

La città va rivoltata come un calzino, i musei e le mostre d’arte vanno portati nelle strade e nelle piazze. Tutta la città dovrebbe diventare un luogo accogliente in modo da favorire l’interazione dei passanti con l’opera d’arte. Sarebbe bello che dopo aver visitato le mostre del San Domenico il turista trovasse un continuum di sensazioni positive anche passeggiando per la città come in un museo a cielo aperto. Inoltre è importante valorizzare e infondere la sensibilità verso la creatività in senso lato. Il seriale mi infastidisce mentre la normalità dovrebbe essere strana: le cose ci parlano e comunicando provocano stati d’animo, ecco perché quelle che ci appaiono neutre ci alienano. Anche arredare con gusto e fantasia la propria casa così come apparecchiare bene la tavola sono gesti quotidiani che ci aiutano a vivere in armonia con noi stessi e col mondo.

In qualità di insegnante di Storia dell’Arte Liceo Classico di Forlì, ci dici due parole sulla scuola vista dal di dentro?

gente sottopassoA me piace pensare che il ruolo della scuola sia dare fiducia nelle proprie capacità  insegnando ad usare la testa per avere l’intuizione di pensare al motorio e quindi all’atto. La manualità che sta alla base di tutte le attività per cui siamo famosi nel mondo viene penalizzata mentre i ragazzi ne hanno bisogno per scaricare la loro grande energia riuscendo così anche a mantenere il fulcro su cui si è costruita la società italiana.

Mi ha incuriosito l’uso che fai dello scarabocchio.

Attraverso lo scarabocchio il bambino traccia il suo vero autoritratto e descrive le sue emozioni. I ragazzi delle mie classi ai quali propongo quest’attività sono molto sorpresi di quanto i loro scarabocchi possano rivelare di sé quando io li interpreto e di come colgo nel segno descrivendo con tanta precisione la loro vera natura.

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Ecco quindi la miriade di progetti illuminati che vedono come protagonista l’artista Impieri che grazie alla sua formazione seria, approfondita e diversificata ha tutte le carte in regola per farsi ideatore e promotore di eventi a carattere ludico, formativo e sociale. A Forlì sono famosi i suoi mosaici nei sottopassaggi, luoghi degradati da recuperare, diventati attrazione per i turisti che si fanno fotografare davanti alle opere realizzate insieme a gruppi di giovani, studenti, immigrati e diversamente abili.

LUIGI IMPIERI è’ un artista poliedrico laureato al Dams, specializzato in Scenografia e dall’87 docente di Storia dell’Arte nelle Scuole Superiori. Si occupa di pittura, ceramica, design, progetti teatrali e installazione di opere d’arte in alcune città italiane. A lui si deve la realizzazione di tre grandi mosaici nei sottopassi di Forlì, un progetto pilota che nasce dalla volontà di coniugare l’arte con la necessità di educare le nuove generazioni al gusto del bello. Dal 2000 inizia ad esporre in Italia e all’estero le sue opere in un percorso finora ininterrotto denominato “Attraversa/Menti”  ove gli interessa raccontare il viaggio e gli incontri, durante gli spostamenti delle genti, in modo onirico, come se osservasse il mondo con gli occhi ingenui del bambino.

acqua mosaico La Compagnia Fuori di Banco nasce dall’incontro tra due realtà diverse: pazienti-attori del Centro Diurno Psichiatrico del Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Forlì, diretto dal dott. Claudio Ravani, e studenti del Liceo Classico “G.B. Morgagni” di Forlì, ed è frutto del laboratorio teatrale integrato realizzato grazie ai registi prof. Luigi Impieri e Michele Zizzari.

Il Progetto, intitolato “Un palcoscenico per tutti”, si è sviluppato nell’ambito della Convenzione tra Azienda USL e “Centro Diego Fabbri”, con la collaborazione della Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori.

 

 

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